Web 2.0 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Il Web 2.0 è un termine utilizzato per indicare uno stato dell'evoluzione del World Wide Web, rispetto a una condizione precedente. Si indica come Web 2.0 l'insieme di tutte quelle applicazioni online che permettono un elevato livello di interazione tra il sito web e l'utente come i blog, i forum, le chat, i wiki, le piattaforme di condivisione di media come Flickr, YouTube, Vimeo, i social network come Facebook, Myspace, Twitter, Google+, Linkedin, Foursquare, ecc.ottenute tipicamente attraverso opportune tecniche di programmazione Web e relative applicazioni web afferenti al paradigma del Web dinamico in contrapposizione al cosiddetto Web statico o Web 1.0.
Web 2.0 è una visione di Internet che influenza il nostro modo di lavorare ed interagire con le informazioni,non è un software specifico,ma un insieme di approcci per usare la rete in modo nuovo e innovativo.si riferisce alle tecnologie che permettono ai dati di diventare indipendenti da chi li produce;è un prodotto open-source,permette di condividere le informazioni sulle quali è stato creato Internet e rende i dati + diffusi lasciando un'identità propria che può essere remixata da chiunquenel lavoro, nella politica, nella vita di tutti giorni c'è stato il boom di questo prodotto, se non moriremo di burocrazia ci uccideranno i social network

venerdì 28 febbraio 2014

Ztl sotto controllo: migliaia i pass; valanga di multe ai semafori in centro (da QN)





Sarzana, 25 febbraio 2014 - Il conto dei «pass» che aprono le porte della Zona a traffico limitato del centro storico sarzanese a fine 2013 era arrivato a quota 9mila. Compresi quelli temporanei e quelli risercati agli enti che svolgono pubblici servizi: Enel, Acam e Poste hanno chiesto all’amministrazione comunale di garantire il libero ingresso a tutti i mezzi a loro disposizione, motivandolo con fatto perché non si sa mai qual’è il veicolo che arriva in caso di un intervento urgente.
Un numero comunque tanto elevato da rendere a volte azzardato l’aggettivo «limitato» per il traffico nel centro storico, non solo al mattino quando l’accesso è consentito a tutti fino a mezzogiorno. L’ingresso alla Ztl lo scorso anno è stato autorizzato a 1800 residenti, che hanno pagato la quota una tantum di 10 euro e hanno il pass garantito finchè non cambiano auto.
Ogni famiglia può avere fino a tre autorizzazioni. Altri 300 pass senza scadenza sono stati rilasciati ad altrettante persone che, pur non essendo residenti, vivono nel centro storico e lì hanno il domicilio. Si arriva così a 2.100 automezzi che possono percorrere liberamente in ogni momento del giorno e della notte le zone a traffico limitato.
E parcheggiare quasi ocunque, perché nell’area murata i posti auto sono un numero decisamente inferiore. Un’altra decina di pass li usano i genitori che devono accompagnare i bimbi all’asilo in centro. Poi ce ne sono altri 120 concessi lo scorso anno agli operatori per le manovre di carico e scarico, ma sono autorizzazioni temporanee.
E nel conto di quelle senza «scadenza» ci sono altre 130 concessioni rilasciate a proprietari o affittuari di autorimesse e garage. Ma la lista ancora non è finita: ci sono tremila pass temporanei concessi lo scorso anno ad artigiani ed altre categorie di lavoratori che devono effettuare interventi nelle abitazioni del centro.
Autorizzazioni temporanee che riguardano anche ditte che trasportano mobili destinati agli abitanti del centro. Infine 3.100 tagliandi di ingresso sono serviti durante le manifestazioni culturali e ricreative e per i vari enti.
Tanti, troppi. Già nel 2008, nell’ultimo studio elaborato da Atc, si rilevava la «presenza notevol e di sosta irregolare, oltre il 120 per cento dioccupazione, nelle zone regolamentate secondo gli orari della Ztl» e la giunta faceva propria la decisione di «limitare la concessione dei pass».
Ma l’operazione-pulizia più volte annunciata non sembra sia mai partita. Sembra intenzionata ora a riprovarci la giunta Cavarra- «Ora l’obiettivo è cercare di razionalizzare al meglio, attraverso uno studio, l’accesso alla Ztl. — dice l’assessore alla mobilità Massimo Baudone — Serve un nuovo piano del traffico che comprenda anche gli accessi al centro, elaborato da esperti. Ma si potrà fare solo quando ci saranno a bilancio le risorse necessarie».
Per ora, saltata la fase 2 del vecchio piano della sosta, la giunta ha rimesso però mano alla viabilità che fa cassa. Rifatto il bando per la gestione dei parcheggi a pagamento (180 in più) e lunedì si apriranno le buste con le offerte. Sono spuntati due «T-red» all’incrocio via Muccini-via Ronzano e in piazza Garibaldi, assegnati a trattativa privata dopo la gara andata deserta e da una settimana chi è passato con il rosso vedrà arrivare a casa la super multa con l’avviso dei 6 punti tolti dalla patente.
E i trasgressori sarebbero stati già parecchi. Ma controlli elettronici, e relative multe, non saranno limitati ai semafori intelligenti: in Comune si aspetta l’autorizzazione della Provincia per installare un altro «tutor» rilevatore di velocità sul viale XXV Aprile e un terzo T-red all’incrocio di Marinella sulla Litoranea, nell’unico altro semaforo esistente sul territorio.

giovedì 6 febbraio 2014

AAA cercansi investitori per finire la piscina



LA NAZIONE - SARZANA

La Regione ci mette 480mila euro, il costruttore 400 e il Comune regalerà gli ex macelli



sabato 1 febbraio 2014

cassonetti...e dintorni




cassonetti appena svuotati ma chi si occupa di tutta la spazzatura intorno?


new entry,
noi alla faccia dei francesi il bidet anche x strada:
 a proposito:


La parola bidet è francese ed indica anche il pony. L'omonimia è dovuta alla somiglianza della posizione che si assume durante l'utilizzo del bidet con quella della cavalcata del pony. La parola deriva dalla radice celtica bid, col significato di piccolo, e bidein, piccola creatura.
Il bidet inizia a comparire negli arredamenti francesi tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII secolo, ma non si conosce né la data certa né il nome del suo inventore. La prima testimonianza certa risale al 1710, anno in cui il probabile inventore, Christophe Des Rosiers, lo installò presso l'abitazione della famiglia reale francese. In realtà i bidet, immediatamente dopo l'introduzione, furono poco utilizzati in Francia; a Versailles ne esistevano in circa cento stanze, ma furono dismessi tutti in una decina di anni. I pochi esemplari usati finirono nelle case d'appuntamenti.
Nella seconda metà del Settecento la Regina di Napoli Maria Carolina d'Asburgo-Lorena volle un bidet nel suo bagno personale alla Reggia di Caserta, ignorando l'etichetta francese di "strumento di lavoro da meretricio". Dopo l'unità d'Italia, nella Reggia di Caserta i funzionari sabaudi si trovarono di fronte al bidet che non conoscevano e, dovendo redigere l’inventario degli oggetti presenti, lo catalogarono come “oggetto per uso sconosciuto a forma di chitarra”.
Dal 1900, durante l'età vittoriana, con la diffusione delle tubature all'interno delle case private, il bidet divenne un oggetto utilizzato non più in camera da letto, ma nel bagno, insieme al water, che sostituiva il vaso da notte tenuto in camera.
Nel 1960 invece ci fu l'introduzione sul mercato di un sanitario risultante dall'unione del water con il bidet, particolarmente utile in piccoli ambienti in cui i due sanitari non troverebbero posto; esso è a volte detto bidet elettronico, ma la sua diffusione in Italia non ha incontrato favore.

I bidet non sono presenti in tutti i paesi europei: sono comuni solo in Grecia, Spagna, Portogallo e soprattutto in Italia, unico paese nel quale l'installazione di un bidet è obbligatoria [4]. Secondo un sondaggio francese del 1995, è l'Italia il paese in cui il bidet è utilizzato più di frequente (97%), seguito dal Portogallo al secondo posto (92%) e dalla Francia al terzo posto (42%); in Germania il suo uso è raro (6%) e in Gran Bretagna rarissimo (3%).
In America Latina i bidet si trovano in Brasile e soprattutto in Argentina, dove sono installati nel 90% delle case private; sono abbastanza comuni anche in Medio Oriente. In Giappone, pur essendo pressoché assenti, sono però sostituiti nella funzione da un sanitario che unisce le funzioni del water e quella del bidet, detto washlet, presente nel 60% delle case private e non raro negli alberghi.
In Francia, Paese d'origine del bidet, a partire dagli anni settanta, per ragioni di economia e di spazio, sono raramente installati bidet nei nuovi appartamenti (dal 95% di presenza nei bagni nel 1970, la percentuale è scesa al 42% nel 1993) e una grande quantità di persone ha eliminato il bidet dalla propria casa.
I residenti di paesi in cui il bidet domestico è raro (come gli Stati Uniti e il Regno Unito, ad esempio) possono non avere alcuna idea di come usarlo quando ne incontrano uno all'estero. Gli americani hanno visto per la prima volta il bidet nei bordelli francesi durante la Seconda guerra mondiale e ancora collegano questo sanitario a qualcosa di equivoco. I pregiudizi sono comuni tra gli abitanti di questi paesi, che a volte considerano il bidet un oggetto strano e anche sporco; ciò fa parte dei tabù legati all'igiene personale. D'altra parte gli abitanti di paesi in cui il bidet è comune si stupiscono ed incontrano difficoltà quando si trovano in paesi in cui questo sanitario è assente.
 
DOPO il BAGNO arriva la SALA:



ed ora col cartello del nome della via non si può + pensare di essere a napoli:






EVOLUZIONE: 9 (nove!) CASSONETTI = ISOLA ECOLOGICA?


E UNA TELECAMERA X GLI INCIVILI CHE LASCIANO DI TUTTO AL DI FUORI?